GAS SENZA TRASPARENZA
Nell’ultimo consiglio comunale (28 luglio 2010), l’amministrazione ha presentato un argomento che ci ha lasciato molti dubbi addosso, nonostante il lungo dibattito durante la seduta: la variazione della concessione che lega il Comune alla Somet per la distribuzione del metano. Un atto lunghissimo, burocratico e tutto il contrario di un documento che doveva favorire la chiarezza. L’argomento era all’ultimo punto del consiglio comunale, quasi nella convinzione che dovesse essere approvato alla svelta, senza nessuna obiezione. Come è stato spiegato? Accettiamo la proroga della concessione dal 31.12.2010 alla fine del 2012 e portiamo a casa 7 mila euro all’anno a partire da quest’anno. Così è tutto semplice. Noi di “Villafranca Domani” abbiamo provato a farci qualche domanda di semplice buon senso. Non avendo avuto risposte adeguate e non essendo dei tecnici, al momento del voto abbiamo deciso di astenerci. Andiamo con ordine e chiariamo il nostro pensiero.
Chi ha proposto l’atto? Secondo l’amministrazione, l’idea viene dal Comune. Secondo noi, l’idea è della Somet, ovviamente interessata ad un prolungamento del proprio contratto. La variazione ha contenuti troppo complessi ed è stata preparata senza coinvolgere l’ufficio tecnico comunale, cioè il primo e principale consulente che dovrebbe assistere l’amministrazione di fronte ad atti a così alto contenuto specialistico. Pensate solo che nel documento c’è un allegato che disciplina la valutazione degli impianti al termine della concessione per definire il riscatto da corrispondere alla Somet. Durante il dibattito, ho domandato all’amministrazione cosa prevedeva al riguardo il contratto in vigore. Momenti di smarrimento totale. Non sapevano cosa rispondere. Ci siamo chiesti se avevano mai letto il contratto stipulato nel 1984. Hanno dovuto interrompere il consiglio, una quindicina di minuti, per andarlo a cercare e leggerlo sul momento. Se fosse stato vero che la proposta di variazione era comunale, fare un confronto tra i due contratti era il minimo del lavoro da svolgere. Lo sarebbe stato comunque anche davanti ad una proposta arrivata dalla concessionaria. Credo che nulla di tutto questo sia stato fatto. In apparenza, la variazione votata dal governo comunale norma in modo più dettagliato la valutazione degli impianti. Perché? Quali sono gli effetti pratici della variazione? Perché non è stato richiesto il parere preventivo dell’ufficio tecnico comunale? Diciamola tutta. Perché si è aspettato per portare la proposta in approvazione proprio il periodo in cui il responsabile dell’ufficio tecnico era in ferie? Ci è stato detto che i 7 mila euro offerti al Comune fino al 2012 sarebbero un buon risultato. Credo che un servizio come la vendita del gas metano valga milioni e dia alla concessionaria utili di gran lunga più elevati di quella cifra. Perché non pretendere di più o magari interventi diretti per il risparmio energetico e le energie rinnovabili a favore del paese? Visto che, come si legge nell’atto, la proroga di due anni sarebbe un diritto maturato dalla concessionaria, che senso ha che questa paghi qualcosa che le spetterebbe? Possiamo pensare che l’impegno a versare i 7 mila euro annui serviva ad evitare discussioni e chiarimenti? E’ stato valutato se poteva convenire andare ad una nuova gara per l’affidamento del servizio? Come influirà la variazione sulla futura gara (è auspicabile che si arriverà un giorno a farla)? Considerato che la bozza dell’atto è stata consegnata a noi gruppo di opposizione il sabato con il consiglio previsto per il mercoledì successivo, un tempo troppo modesto per consentire degli approfondimenti a persone che non sono degli specialisti in materia, e visti tutti i dubbi non risolti, abbiamo chiesto un rinvio ad una successiva seduta del consiglio, per avere la possibilità di riesaminare l’atto in una apposita commissione, dove sarebbe stato possibile chiedere spiegazioni a tutti i tecnici ritenuti utili. La nostra proposta è stata rifiutata dicendo che non c’era più tempo. Perché? Tardare di un paio di mesi cosa avrebbe cambiato? Nell’atto, poi, c’è un passaggio che fa preoccupare: la variazione consente
“le condizioni minime necessarie a garantire alla concessionaria un almeno parziale riequilibrio del rapporto quale alterato per effetto anche delle sopravvenute modifiche legislative sopra evidenziate”.
Cioè, in parole più semplici: lo Stato è intervenuto nel tempo per ridurre il potere dei concessionari e cercare di favorire la concorrenza in settori ingessati da contratti lunghissimi. Quindi, l’amministrazione Cavalla si prende il mal di pancia di riequilibrare la situazione a favore della Somet: questa sarebbe la tutela dell’interesse pubblico?
In sintesi, una situazione gestita molto male e senza trasparenza, i cui reali risultati futuri sono ancora tutti da chiarire.